Processo Penale e GiustiziaISSN 2039-4527
G. Giappichelli Editore

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Rassegna bibliografica (di Alessandra Sanna)


G. Costanzo, Principio di legalità, azione penale e trasformazione dello Stato di diritto, Milano, Giuffrè, 2018, pp. XII-324. Il volume affronta un tema di estrema attualità, specie alla luce dei progetti di riforma del processo penale di matrice governativa, intesi al contenimento del carico giudiziario. L’Autrice muove dal quadro storico delle trasformazioni sociali, politiche e culturali che, nel corso del XX secolo, hanno attraversato l’Europa occidentale, imponendo nel settore penale il parziale superamento dei principi cardine del modello ottocentesco dello Stato di diritto. Così, alla ridefinizione del principio di stretta legalità formale, legata alla trasformazione qualitativa e quantitativa della legge ad opera di fattori eterogenei, corrisponde una progressiva espansione del potere giudiziario, chiamato ad intervenire nei numerosi casi in cui, al di là del dettato legislativo, è necessario comporre interessi, sociali e individuali, in conflitto. In tale mutato contesto, il mantenimento del principio costituzionale di obbligatorietà dell’azione penale, oltre a rappresentare un caso isolato nel contesto europeo, sembra rappresentare una contraddi­zione. Si evidenzia il carattere distonico, oltre che disfunzionale, del principio racchiuso all’art. 112 Cost., alla luce degli studi che denunciano il fenomeno della discrezionalità occulta celato dietro le scelte delle procure italiane. Ma dall’obbligatorietà dell’azione sembra via via discostarsi lo stesso legislatore, il quale introduce inediti istituti processuali che affidano al giudice il compito di valutare l’offen­sività in concreto del fatto di reato e realizzano le prime timide aperture verso forme di mediazione. Simili strumenti, atipici rispetto al modello di stretta legalità formale, esprimono e, in qualche modo, rispondono ad una condivisibile esigenza di flessibilità della risposta punitiva, che ben potrebbe realizzarsi in modo più efficace attraverso un meccanismo di discrezionalità dell’azione penale. Resta da comprendere come una simile scelta possa essere realizzata nel rispetto degli equilibri istituzionali richiesti dalla Costituzione. F. Zacché, Criterio di necessità e misure cautelari personali, Padova, Cedam, 2018, pp. 1-154 Il volume indaga sull’abuso delle misure cautelari nel nostro ordinamento, nella consapevolezza che «quello delle cautele è un tema cruciale per cogliere il grado di tutela che i sistemi processuali sono in grado di offrire circa l’effettivo rispetto dei diritti inviolabili dell’uomo, specie quando è posto in gioco l’habeas corpus». Da questo punto di vista il ricorso disinvolto alla custodia in carcere è il miglior indice per segnalare la fuga del processo dai suoi fini istituzionali – id [continua..]

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