L'assistenza del difensore non è solo un diritto, ma una imprescindibile condizione di regolarità del processo, che non può essere soppressa, quale che sia la volontà dell'imputato; di qui l'obbligo di nomina di un difensore d'ufficio all'imputato che sia privo di quello di fiducia. Resta il delicato problema dei rapporti tra imputato e difensore d'ufficio ...
di PAOLO FERRUA Professore di Procedura penale - Università degli Studi di Torino
Corte costituzionale, sentenza 27 aprile 2018, n. 91 – Pres. e Red. Lattanzi
Il giudice della messa alla prova, in fase di delibazione preliminare, può recuperare gli atti di indagine contenuti nel fascicolo del pubblico ministero mediante l'interpretazione costituzionalmente orientata dell’art. 135 disp. att. c.p.p. Il consenso dell’imputato – quale condizione ...
La Corte costituzionale ha avuto il pregio di individuare strumenti razionali e coerenti della messa alla prova con i principi fondamentali della Carta costituzionale, nonostante i dubbi interpretativi. La Corte ha precisato che, a tale conclusione, si giunge attraverso una riflessione sul patteggiamento, che ha elementi comuni e differenti dalla messa alla prova. Le analogie tra ...
di Caterina Migliaccio - Avvocato, Cultore della materia di Diritto processuale penale – Università degli Studi di Napoli Federico II
CORTE DI CASSAZIONE, SEZIONE V, SENTENZA 15 MAGGIO 2018, N. 21521 – PRES. LAPALORCIA; REL. DE GREGORIO
È legittimo il sequestro preventivo di una pagina facebook mediante oscuramento; le forme di comunicazione telematica (a titolo esemplificativo: blog, social network, mailing list e newsletters) pur costituendo espressione della libertà di pensiero garantita ...
di Gioia Sambuco
Il contributo analizza se è consentita -ed in quali limiti- la misura reale del sequestro preventivo di taluni strumenti tramite i quali si diffonde al pubblico il pensiero umano; più in particolare, delinea i contenuti inseriti sui siti internet, nel senso di capire se alle pubblicazioni telematiche deve applicarsi la disciplina sulla stampa – che pone limiti al sequestro ma ...
di Gioia Sambuco - Avvocato, Dottore di ricerca in Diritto pubblico, indirizzo penalistico – Università degli Studi di Roma Tor Vergata
CORTE COSTITUZIONALE, SENTENZA 11 LUGLIO 2018, N. 149 – PRES. LATTANZI; EST. VIGANÒ
Valorizzando la portata del finalismo rieducativo della pena, la Corte costituzionale ha rimosso i limiti che l'art. 58-quater, comma 4, ord. penit. contemplava a danno dei condannati all'ergastolo per i delitti di cui agli artt. 289-bis e 630 c.p., che abbiano cagionato la morte del ...
di Francesco Urbinati
Un'attesa e pronosticata pronuncia della Corte costituzionale ricolloca la disciplina delle preclusioni ex art. 58-quater, comma 4, ord. penit., sotto lo spettro applicativo della funzione rieducativa, non solo denunciandone la vistosa irragionevolezza, ma affermando l'insacrificabile ruolo del momento risocializzante anche per i crimini più efferati.
di Francesco Urbinati - Dottorando di ricerca in Diritto dei Consumi – Università degli Studi di Perugia
CORTE DI CASSAZIONE, SEZIONI UNITE, SENTENZA 9 MAGGIO 2018, N. 20569 – PRES. FUMO; EST. BONI
Non è abnorme, e quindi non ricorribile per cassazione, il provvedimento con cui il giudice per le indagini preliminari, investito della richiesta di emissione di decreto penale di condanna, restituisca gli atti al pubblico ministero perché valuti la possibilità di ...
di Agostino Sabatino
Con la sentenza in commento, le Sezioni Unite, conformandosi all'orientamento maggioritario già sviluppatosi sul punto in seno alla giurisprudenza di legittimità, escludono l'abnormità del provvedimento con cui il giudice per le indagini preliminari, investito della richiesta di emissione di decreto penale di condanna, restituisca gli atti al pubblico ministero ...
di Agostino Sabatino - Dottore in giurisprudenza
Attraverso l'analisi del recente d.lgs. 1° marzo 2018, n. 21, vengono esaminate le diverse criticità derivanti dall'introduzione dell'art. 3-bis c.p. In particolare, l'Autore si sofferma sull'effettività del principio di riserva di codice, in relazione anche alle ulteriori modifiche normative apportate dalla cd. Riforma Orlando.
di Carlo Longari - Ricercatore di Diritto penale – Università degli Studi di Roma Tor Vergata
Il legislatore nazionale con il d.lgs. 10 aprile 2018, n. 36 ha attuato (purtroppo solo in parte) la delega contenuta nella l. 23 giugno 2017, n. 103. Il provvedimento in oggetto si compone di 13 articoli che modificano la procedibilità per taluni reati: il diverso regime non sarà più d'ufficio ma a querela. L'intento pare essere quello di adeguare la normativa vigente al ...
di Francesco Mazza - Avvocato del Foro di Roma
Dalla disamina della normativa con cui il nostro paese ha dato attuazione alle direttive europee relative alla protezione dei dati personali in ambito penale e all'uso dei dati del codice di prenotazione a fini di prevenzione, accertamento, indagine e azione penale nei confronti dei reati di terrorismo e dei reati gravi si rileva, parallelamente all'incremento delle misure di protezione, la ...
di Lorenzo Pulito - Dottore di Ricerca in Procedura penale – Università degli Studi di Bari Aldo Moro
Per la rinnovazione della prova in appello, l'art. 603, comma 3-bis, c.p.p., introdotto dall'art. 1, comma 58, l. 23 giugno 2017, n. 103 (c.d. riforma Orlando), prevede che, in caso di appello del pubblico ministero avverso una sentenza di proscioglimento per motivi attinenti alla valutazione della prova dichiarativa, il giudice dispone la rinnovazione dell'istruzione dibattimentale. La ...
di Mariangela Montagna (Professore associato di Diritto processuale penale – Università degli Studi di Perugia)
Le differenze fra le posizioni delle parti eventuali persistono nella disciplina del giudizio abbreviato anche dopo la riforma Orlando, che contribuisce a rimarcare i già ridotti spazi probatori e la minorata tutela dei diritti. De iure condendo, è un motivo per escludere la presenza delle parti eventuali o una ragione in più per rivedere l'assetto del giudizio ...
di Daniela Vigoni - Professore ordinario di Diritto processuale penale – Università degli Studi di Milano
Se è principio generale che la confisca non pregiudica i diritti dei terzi in buona fede, non si può trascurare, però, che la tutela processuale di questi ultimi non è contornata da garanzie analoghe a quelle dell'imputato. In quest'ottica, è apprezzabile la regola che impone la citazione del terzo durante il giudizio di cognizione, confinata tuttavia ...
di Paolo Troisi - Ricercatore di Procedura penale – Università degli Studi di Roma Tor Vergata
Con la l. n. 103 del 2017 il Parlamento ha fortemente ridotto la possibilità di impugnare la sentenza di patteggiamento dinanzi alla corte di cassazione, accogliendo in parte le sollecitazioni provenienti dalla dottrina e i principali indirizzi giurisprudenziali. Sulla riuscita della riforma, tuttavia, pesano forti dubbi circa la sua legittimità costituzionale.
di Gian Marco Baccari - Professore associato di Diritto processuale penale – Università degli Studi di Siena