L’ordine europeo di indagine penale, disciplinato dalla Direttiva 41/2014/UE, è frutto di un cambio di prospettiva rispetto ad altri strumenti normativi anteriori: invece di acquisire una prova direttamente, consente di svolgere una indagine e, successivamente, di acquisire una prova. In questa caratteristica essenziale risiedono la sua novità e, al contempo, un suo ...
di Fabio Maria Grifantini
CORTE DI CASSAZIONE, SEZIONI UNITE, SENTENZA 28 APRILE 2016, N. 27620, PRES. CANZIO; REL. CONTI
I principi contenuti nella Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, come viventi nella giurisprudenza consolidata della Corte e.d.u., pur non traducendosi in norme di diretta applicabilità nell’ordinamento nazionale, ...
Per le Sezioni unite il giudice d’appello ha l’obbligo di riassumere le fonti dichiarative che rivaluta a carico dell’imputato prosciolto in primo grado; l’inosservanza di tale obbligo comporterebbe un vizio di motivazione, per lesione del canone b.a.r.d. Questa ridefinizione della fisionomia del giudizio di appello, per quanto coerente con le indicazioni ...
di Arturo Capone
CORTE DI CASSAZIONE, SEZIONE III, SENTENZA 15 GIUGNO 2016, N. 24819 – PRES. FIALE; REL. MENGONI
In tema di turbative nello svolgimento di manifestazioni sportive, sulla richiesta di revoca o di modifica del provvedimento impositivo dell’obbligo di presentazione di cui all’art. 6, comma 2, l. 13 dicembre1989, n. 401 decide il giudice per le indagini preliminari già, a suo ...
La Corte di cassazione, con una decisione di significativo impatto e di estremo rilievo anche pratico, contribuisce al lento e faticoso processo di giurisdizionalizzazione delle misure di prevenzione dei fenomeni di violenza nell’ambito delle manifestazioni sportive. Si tratta di una lettura che conferma la volontà di sfruttare le potenzialità legate a tali strumenti, i ...
di Maria Francesca Cortesi
CORTE DI CASSAZIONE, SEZIONI UNITE, SENTENZA 23 GIUGNO 2016, N. 26259 (PRES. AGRÒ – EST. CAMMINO)
Il giudice dell’esecuzione può revocare, ai sensi dell’art. 673 cod. proc. pen., una sentenza di condanna pronunciata dopo l’entrata in vigore della legge che ha abrogato la norma incriminatrice, allorché l’evenienza di abolitio ...
La sentenza delle Sezioni Unite riconosce al giudice dell’esecuzione il potere di revocare ex art. 673 c.p.p. la condanna definitiva pronunciata per un fatto non più previsto dalla legge come reato già al momento della sua consumazione anche nei casi di abrogazione tacita della norma incriminatrice, tutte le volte in cui ciò consegua ad un errore di ...
di Nicola Russo
CORTE DI CASSAZIONE, SEZIONE V, SENTENZA 12 LUGLIO 2016, N. 29209 – PRES. PALLA; REL. DE GREGORIO
Tenuto conto del principio generale del favor conciliationis, cui è improntato il sistema normativo che regola il procedimento penale dinanzi al Giudice di Pace, e che esso è collocabile nell’ambito del più ampio principio della ragionevole durata dei processi, ...
A fronte di un intricato contrasto dottrinale e giurisprudenziale, costellato di decisioni a sezioni unite più e meno recenti nonché di successive interpretazioni indocili, i giudici di legittimità aggiungono un nuovo tassello ad un puzzle di difficile composizione.
La V sezione penale della Suprema Corte ritiene che nel procedimento davanti al Giudice di Pace ...
di Wanda Nocerino
CORTE DI CASSAZIONE, SEZIONE VI, SENTENZA 27 APRILE 2016, N. 17385 – PRES. CITTERIO; REL. BASSI
Nella valutazione effettuata ai fini della sentenza di non luogo a procedere il giudice per l’udienza preliminare è legittimato a verificare se i risultati investigativi dimostrino un livello di fondatezza probatoria definibile “serio”. Restano fuori dall’orizzonte ...
La decisione del g.u.p. sulla richiesta di rinvio a giudizio promossa dal pubblico ministero ex art. 416 c.p.p. implica un giudizio di merito sulla “serietà” dell’impianto accusatorio, operato attraverso una valutazione degli elementi probatori acquisiti e dei relativi possibili sviluppi dibattimentali in termini di “minima probabilità di ...
di Edoardo De Santis
La diffusione al di fuori del processo degli atti di indagine costituisce un ostacolo all’esercizio del diritto di difesa per il forte pregiudizio che arreca all’indipendenza psicologica del giudice. Questi deve conoscere il materiale probatorio durante la sua formazione nella dialettica tra le parti. Scopo dell’articolo è l’analisi del problema e ...
di Cataldo Intrieri
Flavia Piqué
Il d.lgs. n. 36/2016 dà attuazione alla decisione quadro 2009/829/GAI, relativa all’applicazione (tra gli Stati membri dell’Unione europea) del principio del reciproco riconoscimento alle decisioni sulle misure cautelari non detentive. È un ulteriore tassello nella costruzione del sistema giudiziario penale europeo finalizzato, questa volta, a un migliore bilanciamento ...
di Roberto Puglisi
In base all’art. 724, comma 5 bis, c.p.p. l’esecuzione della rogatoria internazionale è sospesa quando può recare pregiudizio a indagini o giudizi penali in corso nello Stato richiesto. La disposizione è finalizzata a evitare interferenze fra procedimenti collegati, ma è stata applicata anche in relazione a giudizi in idem, in linea con ...
di Novella Galantini
La legge in materia di antiriciclaggio obbliga i professionisti non solo a svolgere indagini sui propri clienti prima di assumere l’incarico, al fine di evitare di fornire un inconsapevole contributo ad attività di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo ma, nei casi di sospetto, anche a segnalarli alle competenti autorità di vigilanza.
In relazione a tali adempimenti, ...
di Alessandro Diddi
La Direttiva 9 marzo 2016, 216/343/UE corrisponde ad un importante progetto dell’Unione, vocato ad accrescere la fiducia reciproca tra gli Stati membri tramite una cultura giudiziaria comune. Poche le novità addotte dallo strumento europeo sul piano delle garanzie, con una eccezione: la Direttiva è in grado di portare significativi mutamenti sul piano dei rapporti tra media e ...
di Cristiana Valentini