argomento: corti europee
» visualizza: il documento (Corte e.d.u., 30 gennaio 2025, Cannavacciuolo e a. Italia )Articoli Correlati: Smaltimento illegale di rifiuti nella Terra dei fuochi - - - gravissimo inquinamento ambientale - obbligo positivo dello Stato di adozione di contromisure adeguate - inadempimento - violazione del diritto alla vita - - - - - assenza di legittimazione ad agire delle associazioni - procedura di giudizio pilota - prescrizioni all
Corte e.d.u., 30 gennaio 2025, Cannavacciuolo e a c. Italia
Parole chiave: smaltimento illegale di rifiuti nella “Terra dei fuochi” - gravissimo inquinamento ambientale – obbligo positivo dello Stato di adozione di contromisure adeguate - inadempimento - violazione del diritto alla vita - assenza di legittimazione ad agire delle associazioni - procedura di giudizio pilota - prescrizioni all’Italia
La sentenza pilota che censura l’operato del nostro Paese, scaturisce dal ricorso di varie associazioni e numerosi privati cittadini i quali sostengono che la mancata adozione di adeguate misure da parte dell’Italia per contrastare la gravissima situazione di inquinamento ambientale nella c.d. Terra dei fuochi, avrebbe violato gli art. 2 e 8 Cedu, mettendo a rischio la loro vita e la loro salute o quelle dei loro parenti deceduti, rischio dovuto al massiccio e diffuso sversamento di rifiuti in siti non autorizzati. Alla prima categoria di ricorrenti menzionata non è riconosciuta la legittimazione ad agire, in quanto inidonea ad acquisire lo status di vittima. Pur dando atto del fondamentale ruolo di denuncia e sensibilizzazione di tali associazioni rispetto alle istituzioni e alla opinione pubblica, della problematica legata alle discariche abusive, agli interramenti, agli abbandoni incontrollati e all’incenerimento di rifiuti pericolosi, principalmente per mano della criminalità organizzata, i Giudici negano che le associazioni medesime siano direttamente colpite dalle presunte violazioni derivanti da un pericolo per la salute dovuto alla esposizione all’inquinamento, non essendo concepibile attribuire l’integrità fisica a una persona giuridica. Né sussistono - precisano i Giudici - le condizioni legate al contesto specifico del cambiamento climatico, le quali, individuate nel caso Verein Klimaseniorinnen Schweiz e a. c. Svizzera (Corte e.d.u., Grande Camera, 9 aprile 2024), avevano consentito in quella particolare occasione di riconoscere all’associazione ricorrente la legittimazione ad agire per conto dei propri membri. Viceversa, sono dichiarati ricevibili sette ricorsi individuali di privati residenti nei comuni della “Terra dei fuochi” o i cui congiunti deceduti avevano risieduto negli stessi comuni, e viene accertata nei loro confronti la violazione dell’art. 2 Cedu, determinata dall’inadempimento da parte dello Stato italiano - consapevole della assoluta pericolosità della situazione sin dai primi anni ’90 - dell’obbligo positivo di apprestare misure appropriate per salvaguardare l’incolumità di quanti - non solo deceduti, ma anche sopravvissuti - hanno corso un rischio grave, reale e accertabile, costituente una seria minaccia per la loro vita. Alla luce della caratteristiche che la situazione esaminata presenta in concreto, ovvero la natura persistente e su larga scala dell’inquinamento, derivante da attività illecite di smistamento praticato in modo sistematico; della carenze sistemiche della risposta statale e della moltitudine di soggetti già colpiti e che possono esserlo in futuro, nonché della necessità di garantire loro una riparazione rapita e adeguata, la Corte europea applica la procedura di giudizio pilota. In questa prospettiva, da Strasburgo arriva l’esortazione ad emanare entro due anni da quando la sentenza diventerà definitiva, una strategia globale che riunisca e coordini le misure esistenti e quelle future, con una chiara delimitazione delle competenze per evitare una inutile frammentazione delle responsabilità tra i diversi livelli dell’apparato statale; ancora, l’istituzione di un meccanismo di monitoraggio a livello nazionale della attuazione e dell’impatto delle misure introdotte sulla questione “Terra dei fuochi”; infine, la creazione di una piattaforma informativa in grado di comunicare al pubblico i rischi potenziali o reali per la salute e le azioni intraprese o previste per la gestione di tali rischi.