argomento: corti europee - mezzi di prova e di ricerca della prova

Articoli Correlati: teste assente - impiego delle dichiarazioni rese nelle indagini - mancato esercizio del diritto al confronto - necessità di fattori compensativi dei diriti della difesa

Corte e.d.u., 10 febbraio 2022, Alo c. Slovacchia

 Condannato per il grave reato di traffico di migranti, il ricorrente denuncia a Strasburgo la violazione dell’art. 6 § 1  e 3 lett. d), poiché non aveva potuto esaminare in dibattimento  i testimoni a carico, i quali,  sentiti  nelle indagini, erano stati espulsi dal territorio dello Stato convenuto; né, privo di assistenza difensiva, aveva preso parte ai colloqui tenuti dalla polizia con i testimoni stessi, le cui dichiarazioni avevano rivestito rilievo cruciale, come riconosciuto dai giudici nazionali, ai fini del giudizio di  colpevolezza. Secondo orientamento ormai consolidato (Grande Camera, 15 dicembre 2015, Schatschaswili c. Germania, §§ 111-131), la Corte ribadisce  che l’assenza del teste anche quando la prova sia decisiva, non lede per ciò solo e automaticamente l’equità del procedimento, purché ricorrano adeguati fattori di bilanciamento in grado di compensare il deficit  dei diritti difensivi determinato dalla ammissione di prove sottratte al contraddittorio dibattimentale, quale, ad esempio la possibilità per l’imputato o il difensore di confrontarsi nella fase investigativa con la persona informata. L’assenza, nel caso esaminato, di tali fattori compensativi e l’inerzia delle autorità nazionali nell’assicurare la presenza dei testi d‘accusa, considerati irraggiungibili  nonostante il ricorrente avesse successivamente fornito gli indirizzi di entrambi e  copia dei rispettivi provvedimenti di identità, inducono i Giudici europei a ritenere la violazione della norma convenzionale denunciata.