Processo Penale e GiustiziaISSN 2039-4527
G. Giappichelli Editore

indietro

stampa articolo leggi articolo leggi fascicolo


La sospensione del processo con messa alla prova per gli adulti: un primo passo verso un modello di giustizia riparativa? (di Raffaele Muzzica)


La giustizia riparativa, quale ideale che valorizza il ruolo della vittima, l’autoresponsabilizzazione delle parti e la gestione condivisa del conflitto, rappresenta un modello potenzialmente idoneo a coniugare l’effettività del controllo penale con la funzione risocializzante della pena. Ciò nonostante, gli attuali istituti dell’ordinamento penale, a torto o a ragione ricollegati all’ideale riparativo, non sembrano realizzare sufficientemente i principi enucleati dalla Restorative Justice. La recente l. 28 aprile 2014 n.67, introducendo una nuova forma di sospensione del processo con messa alla prova, destinata ad adulti imputati di reati di gravità medio – bassa, offre un interessante spunto di analisi sulla effettiva e concreta compatibilità del nuovo istituto, a metà tra causa estintiva del reato e rito premiale, con i dettami della giustizia riparativa, a prescindere dagli obiettivi di recupero sociale e deflazione processuale ventilati dalla riforma.

 

 

Probation for adult offenders: the first step towards Restorative Justice?

Restorative Justice involves victims, offenders and community in managing social conflicts underneath crimes. Restorative processes seem to pursue efficacy and rehabilitation as remarkable aims of criminal law. However, Italian criminal law has not yet realized Restorative Justice principles (victim empowerment, offender self-responsibility, role of community) thoroughly enough. The kind of probation recently enacted by Italian Parliament (l. 28 April 2014 n.67) for adult offenders who perpetrate mean-low gravity offenses leads to investigate Restorative Justice and Italian criminal law relationships. The aim of the paper is to examine whether such probation can be considered a Restorative process and if it can lead to social rehabilitation and trial diversion.

UN DIVERSO MODELLO DI GESTIONE DEL CONFLITTO: LUCI E OMBRE DELL’IDEALE DI GIUSTIZIA RIPARATIVA L’ideale di giustizia riparativa (Restorative Justice) rappresenta un modello attraverso il quale la vittima, il reo e la comunità ricercano soluzioni ad un conflitto interindividuale e sociale, tramite la riparazione del danno, la riconciliazione tra le parti e il ristabilimento dell’ordine sociale [1]. La Restorative Justice rappresenta il punto di incontro di tendenze, per lo più di origine anglosassone, che valorizzano i profili di personalità sia della vittima [2] che del reo, nonché il coinvolgimento della comunità, quale insieme di individui legati dal riconoscimento reciproco di norme, con funzione di agenzia di controllo sociale dei conflitti, secondo i dettami della cosiddetta community justice [3]. Dopo un periodo di declino a causa dei processi di pubblicizzazione del concetto di reato, inteso come offesa alla sovranità terrena o divina piuttosto che come frattura del tessuto sociale fra reo e vittima [4], nell’ultimo ventennio del secolo scorso la giustizia riparativa è ritornata nuovamente oggetto di interesse, applicativo prima che teorico, dapprima in ambito criminologico, poi, più di recente, anche in ambito giuridico [5] e sovranazionale [6]. Sia organismi internazionali, come l’International Scientific and Professionale Advisory Council (ISPAC) [7], che la prassi hanno ormai delineato vere e proprie forme paradigmatiche di processi riparativi, ognuno con le sue peculiarità, come la Victim-Offender Mediation [8], il Family Group Conferencing [9], il Sentencing Circle [10], e i Compensation/Restitution programs [11]. Nonostante la contraddizione apparentemente insanabile tra l’autoritatività del diritto penale e la gestione mite [12] e flessibile [13] del conflitto, tipica della giustizia riparativa, il riconoscimento del ruolo della vittima, l’autoresponsabilizzazione delle parti, la condivisione del conflitto all’interno della comunità sembrano obiettivi pienamente compatibili con una funzione ex art. 27 Cost. di integrazione sociale [14] della pena, che veicoli le componenti positive della prevenzione speciale e generale attraverso un’offerta di risocializzazione non desocializzante nei confronti del reo e la coesione di consenso della comunità intorno ai valori dell’ordinamento tutelati dalle norme penali. La giustizia riparativa, dunque, potrebbe fornire una rinnovata legittimazione al diritto penale nelle complesse società postmoderne [15], in cui, coesistendo assetti valoriali profondamente diversi, le modalità di gestione del conflitto rappresentano un tratto ineludibile. D’altra parte, oltre ad essere [continua..]

» Per l'intero contenuto effettuare il login

inizio


Fascicolo 3 - 2015