Processo Penale e GiustiziaISSN 2039-4527
G. Giappichelli Editore

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Per un effettivo recupero di «umanità» nella esecuzione penale (di Luigi Kalb)


Dopo le condanne subite in sede europea per l’accertata violazione dell’art. 3 Cedu a causa delle condizioni di detenzione sofferte per colpa del sovraffollamento carcerario, il nostro Paese ha promosso una serie di iniziative – coinvolgenti gli studiosi, gli operatori del settore, il ministero della giustizia, il Parlamento – al fine di superare i deficit di tutela dei diritti che ancora si registrano nel corso della esecuzione della pena detentiva. L’esigenza di ricondurre la fase esecutiva entro una cornice di legalità costituzionale e sovranazionale impone di assicurare quel necessario livello di umanità nel corso della stessa esecuzione, senza il quale appare inutile immaginare nuovi percorsi per il recupero sociale del condannato.

For a real recovery of «humanity» in the enforcement of criminal penalties

In response to the European judgments finding a violation of Article 3 ECHR due to the inhuman conditions suffered by detainees because of prison overcrowding, our Country has promoted a series of initiatives – involving academics, legal officers and practitioners, the Ministry of Justice, and the Parliament – in order to overcome the shortcomings in the protection of rights that are still recorded in the enforcement of prison sentences. The need to bring the execution process within a framework of constitutional and international legality imposes to guarantee the minimum required standard of humanity during enforcement. Failing this, it seems pointless to imagine new paths for the social rehabilitation of the offender.

LA RINNOVATA ATTENZIONE SUL «PIANETA CARCERE» La constatazione che il tema della funzione assegnata all’inflizione della sanzione penale e alla sua esecuzione abbia acquistato negli ultimi tempi sempre maggiore attenzione non è un dato che, di per sé, appare sorprendente, ove solo si rifletta sulla storica importanza che il tema ha da sempre rappresentato all’interno della nostra comunità sociale. Piuttosto, colpisce che il dovuto risalto alla questione sia originato dalla nutrita serie di insuccessi e di fallimenti registratisi sul punto all’interno del nostro sistema. A questo proposito, non c’è dubbio che la rappresentazione grafica delle censure individui il suo punto più alto nelle condanne inflitteci da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo a causa dell’accertata violazione dell’art. 3 Cedu, per i trattamenti disumani e degradanti inferti ai detenuti in situazioni di sovraffollamento carcerario. Purtroppo tale triste vicenda si inserisce in un quadro già compromesso quanto a tutela dei diritti fondamentali dei detenuti, risultando a dir poco contenuta la concreta attuazione di quei diritti direttamente funzionali a realizzare la finalità costituzionalmente connessa all’esecuzione della pena. Senza lesinare interventi accorati, la dottrina da tempo ha posto in rilievo i gravi deficit che connotano l’attuale esecuzione del trattamento penitenziario, in particolare per quanto concerne le possibilità di svolgere un lavoro, di conseguire una formazione professionale, di assicurare un’istruzione di base e di garantire la tutela della salute. Altre significative segnalazioni hanno riguardato le criticità inerenti alla possibilità di usufruire di alternative al carcere, mediante la concessione dei benefici penitenziari, nonché quelle relative alla necessità di creare i presupposti per favorire un effettivo reinserimento sociale, ostacolato spesso dalla mancanza di una soluzione abitativa e dalla estrema difficoltà di un ricollocamento nel mondo del lavoro. A fronte della netta percezione dello stato delle cose e dell’esigenza di attivarsi su più fronti per ricondurre l’esecuzione penale all’interno del solco tracciato dalla Costituzione, ne è conseguita la drammatica rappresentazione dei risultati esistenti. L’esigenza di prestare la massima attenzione all’attuale situazione carceraria nasce dal report drammatico, noto oramai non solo agli addetti ai lavori, e dal rinnovato stimolo a favore di iniziative idonee a risolvere complessivamente il catalogo dei problemi. Il nuovo impulso è rappresentato dall’atti­vazione della complessa organizzazione degli “stati generali dell’esecuzione penale”, promossa dal ministero della giustizia, i cui risultati sono stati recentemente [continua..]

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Fascicolo 5 - 2016