Processo Penale e GiustiziaISSN 2039-4527
G. Giappichelli Editore

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Problemi applicativi in ordine alla valutazione del materiale probatorio in tema di traffico illecito di sostanze stupefacenti (di Egle Pilla)


Il presente contributo intende offrire al lettore spunti di riflessione in ordine alla complessa valutazione del materiale probatorio in tema di traffico illecito di sostanze stupefacenti, laddove il patrimonio di conoscenza del giudice sia rappresentato prevalentemente dagli esiti dell’attività di intercettazione telefonica. L’attività interpretativa del contenuto delle conversazioni pone problemi di armonizzazione con alcuni dei principi fissati dalla giurisprudenza di legittimità e richiama il giudice alla centralità dell’obbligo motivazionale.

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Application problems on the evaluation in drug trafficking trials

This report focuses on the very complex subject of evidence evaluation in drug trafficking trials. In particular, the report addresses the event evidence is mainly based on wiretapped conversations. In such cases, the judge has to interpret dialogues in view of the principles that have been ruled by the case-laws of the Supreme Court of Cassazione, and the grounds of the judgement become crucial.

PREMESSA Le tecniche investigative degli ultimi anni appaiono sempre più complesse e sofisticate. Lo strumento intercettizio resta, tuttavia, uno dei mezzi principali e più efficaci per alcune tipologie di indagine. Ed invero il mondo del traffico e del commercio delle sostanze stupefacenti, soprattutto in relazione alle forme di acquisto, trasporto e successiva distribuzione della sostanza attraverso l’approvvigio­namento da canali esteri, è un mondo al quale gli inquirenti hanno accesso principalmente attraverso lo strumento intercettizio. È evidente che il monitoraggio telefonico, per produrre risultati utili e concreti sul piano investigativo, deve essere accompagnato da servizi di osservazione, di pedinamento, da attività di riscontro anche di natura documentale. Tuttavia il nucleo fondante e centrale del patrimonio investigativo è costituito senz’altro dal materiale intercettizio: materiale sovente corposissimo in quanto rappresentato da migliaia di conversazioni telefoniche ed ambientali che consentono, se correttamente ed opportunamente interpretate, di disvelare il complesso e articolato mondo del c.d. “narcotraffico”. LE PROBLEMATICHE I problemi concreti che si pongono per gli inquirenti in prima battuta e successivamente per il giudice delle indagini preliminari, eventualmente della cautela, ed infine per il giudice del processo sono innumerevoli. Senza pretesa di esaustività in questa sede si analizzeranno alcune delle questioni che maggiormente occupano gli addetti del settore. Vi è un primo ed evidente problema che attiene alla corretta interpretazione del linguaggio convenzionale usato nelle conversazioni per indicare la sostanza stupefacente. È assai raro infatti che gli spacciatori nelle loro frequentissime, quasi frenetiche, conversazioni si riferiscano alla sostanza stupefacente oggetto di cessione indicandola con il sostantivo con il quale la stessa è comunemente indicata. In secondo luogo proprio il linguaggio convenzionale e criptico utilizzato, seppure una volta decriptato permette di comprendere che l’oggetto reale della conversazione è la sostanza stupefacente, non sempre è in grado di fornire egualmente la chiave interpretativa per individuare il dato qualitativo dello stupefacente e dunque di comprendere di quale sostanza stupefacente si tratti. Il dato qualitativo riveste decisiva importanza soprattutto a seguito della pronunzia della sentenza della Corte costituzionale [1] 25 febbraio 2014 n. 32 che ha reintrodotto la distinzione tra droghe c.d. “pesanti” e droghe c.d. “leggere” con serie ricadute in punto di differenziazione del trattamento sanzionatorio e dunque dei termini prescrizionali e dei termini di efficacia delle misure cautelari. Ultimo, ma non per questo meno rilevante, problema è rappresentato, nelle ipotesi in cui non si riesca ad [continua..]

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Fascicolo 5 - 2017