ENTRA IN VIGORE (MA NON PER L’ITALIA) IL PROTOCOLLO N. 16 ALLA CEDU CHE CONSENTE DI RICHIEDERE ALLA CORTE E.D.U. UN PARERE CONSULTIVO
Il Protocollo n. 16 alla Cedu è entrato in vigore, a livello internazionale, in seguito al deposito dello strumento di ratifica da parte della Francia, il 1° agosto 2018, ossia, in base all’art. 8, «il primo giorno del mese successivo alla scadenza di un periodo di tre mesi dalla data in cui dieci Alte Parti contraenti della Convenzione» hanno «espresso il loro consenso a essere vincolate dal Protocollo» (§ 1). Per gli Stati che successivamente esprimeranno, nelle forme previste dall’art. 7, il consenso, il Protocollo entrerà in vigore «il primo giorno del mese successivo alla scadenza di un periodo di tre mesi dalla data in cui hanno espresso» tale consenso (§ 2).
I dieci Stati fra i quali il Protocollo n. 16 è entrato in vigore, sono: Albania, Armenia, Estonia, Finlandia, Francia, Georgia, Lituania, San Marino, Slovenia e Ucraina. Non ha ancora provveduto a ratificare il Protocollo l’Italia, che pure lo aveva sottoscritto al momento dell’apertura alla firma. Gli altri Stati che hanno firmato, ma non ancora ratificato, il Protocollo sono: Andorra, Bosnia e Erzegovina, Grecia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Repubblica di Moldavia, Repubblica Slovacca, Romania, Turchia.
Si legge nel Rapporto esplicativo (§§ 1-6) che una procedura volta a consentire alla Corte di esprimere anche pareri consultivi su «questioni giuridiche relative alla interpretazione della Convenzione e dei suoi Protocolli, al fine di promuovere il dialogo tra le autorità giudiziarie e di potenziare il ruolo “costituzionale” della Corte» era già stata suggerita nel Rapporto, presentato al Comitato dei Ministri, del Gruppo dei Saggi istituito ai sensi del Piano di Azione adottato al Terzo Vertice dei Capi di Stato e di Governo degli Stati Membri del Consiglio d’Europa (Varsavia, 16-17 maggio 2005). Una proposta in questo senso veniva poi formalmente avanzata nella dichiarazione finale della Conferenza di Smirne (26-27 aprile 2011), che invitava il Comitato dei Ministri a considerare l’opportunità di introdurre il parere consultivo. Ulteriori apporti di approfondimento provenivano dalla Conferenza di Brighton sul futuro della Corte (19-20 aprile 2012); vi contribuiva pure la stessa Corte attraverso il “Documento di riflessione sulla proposta di estendere la competenza consultiva della Corte”. Nella dichiarazione finale della Conferenza di Brighton si rimarcava la necessità di favorire e consolidare «l’interazione fra la Corte e le autorità nazionali», invitando il Comitato dei Ministri a elaborare la bozza del testo di un protocollo facoltativo alla Convenzione su questo tema. La [continua..]