LA CONVENZIONE DEL CONSIGLIO D’EUROPA CONTRO LA TRATTA DEGLI ORGANI UMANI (CETS N. 216)
Il 25 marzo 2015 in occasione della Conferenza internazionale sulla lotta alla tratta degli organi umani – tenutasi a Santiago de Compostela (Spagna) – è stata aperta alla firma la Convenzione del Consiglio d’Europa contro la tratta degli organi umani (l’Italia ha provveduto alla firma), elaborata da un Comitato appositamente istituito dal Comitato dei Ministri e messa a punto dal Comitato europeo per i problemi criminali (C.D.P.C.).
La Convenzione affronta il delicato tema del traffico degli organi umani che, secondo quanto si legge nel Rapporto esplicativo (par. 3), costituisce un fenomeno radicato e di dimensioni transnazionali, considerato un evidente pericolo per la salute pubblica e individuale, oltre che una palese violazione della dignità umana e delle libertà fondamentali. L’obiettivo della Convenzione è quindi duplice: da un lato, essa intende prevenire e combattere il traffico di organi, attraverso la definizione di nuove fattispecie criminose, e, dall’altro lato, mira ad incoraggiare la cooperazione internazionale, sia per rendere effettiva l’azione repressiva, sia per incentivare la prevenzione del prelievo e dell’impianto di organi ottenuti in modo illecito.
Tali obiettivi sono già perseguiti da altri strumenti internazionali. In particolare, come la Convenzione stessa ricorda nel Preambolo, dispongono al riguardo, innanzitutto, la Convenzione sui diritti umani e la biomedicina del 1997 (ETS n. 164) e il Protocollo addizionale alla Convenzione sui diritti umani e la biomedicina concernente il trapianto di organi e tessuti di origine umana del 2002 (ETS n. 186), che vieta esplicitamente il traffico di organi anche a scopo di lucro. Poi, sono da segnalare anche le convenzioni in materia di tratta di esseri umani le quali, almeno collateralmente, si occupano di organi, tessuti e cellule umane – si vedano, ad esempio, la Convenzione del Consiglio d’Europa contro la tratta di esseri umani del 2005 (ETS n. 197) e il Protocollo sulla prevenzione, soppressione e punizione della tratta di persone, in particolare donne e bambini, addizionale alla Convenzione delle Nazioni Unite contro il crimine organizzato (Palermo, 2000) –. Tuttavia, nonostante l’esistenza di tali strumenti, il Comitato europeo per i problemi criminali, il Comitato direttivo per la Bioetica e il Comitato europeo sull’espianto degli organi hanno evidenziato, nell’attuale quadro normativo riguardante il traffico di organi, l’esistenza di significative lacune, che rendevano opportuno un intervento specifico e coordinato. A fronte di ciò il Comitato dei Ministri istituiva un apposito Comitato, che ha elaborato il testo della Convenzione in esame, non ritenendo opportuno – benché rientrasse nelle sue [continua..]