Processo Penale e GiustiziaISSN 2039-4527
G. Giappichelli Editore

indietro

stampa articolo leggi articolo leggi fascicolo


Come si intercettano le chat pin to pin tra dispositivi Blackberry? (di Mauro Trogu)


Negli ultimi mesi la Corte di Cassazione è stata chiamata più volte a pronunciarsi sulla validità delle intercettazioni delle chat pin to pin disposte a carico di utenti Blackberry, ritenendo che esse siano rispettose del dettato codicistico e che per eseguirle non sia necessario ricorrere alle rogatorie internazionali. In realtà, la concreta modalità di esecuzione delle operazioni lascia propendere per la conclusione inversa.

 

How is it possible to intercept chat pin to pin between Blackberry mobiles?

In the last months the Italian Supreme Court was asked several times to rule on the validity of the interception of chat pin to pin placed against Blackberry users, sentencing that they are respectful of the rule of law and to execute them it is not necessary to resort to the international letters rogatory. In reality, the practical conditions under which such operations leaves lean towards the opposite conclusion.

Articoli Correlati: chat pin to pin

BREVE DESCRIZIONE DEL FENOMENO Negli ultimi mesi la Corte di Cassazione è stata chiamata più volte a pronunciarsi sulla validità di un particolare tipo di intercettazione di comunicazioni [1], tanto peculiare da indurre taluno a dubitare che si possa correttamente parlare di intercettazione [2]. Il fenomeno è quello della captazione di particolari messaggi di testo (definiti tecnicamente “chat pin to pin”) scambiati tra soggetti dotati di dispositivi Blackberry, specie del genere smartphone. La “chat pin to pin” tra dispositivi Blackberry consente ai detentori di tali apparecchi di scambiarsi co­municazioni scritte attraverso un particolare programma che sfrutta il sistema telematico creato dalla casa produttrice dei medesimi dispositivi, la RIM (Research in motion), società con sede in Canada. In estrema sintesi, il soggetto che invia un messaggio ad un altro utente dà avvio ad una sequenza di questo tipo: il messaggio viene cifrato dal suo smartphone, spedito al server della RIM (allocato in Canada), e da qui inviato all’apparecchio destinatario, che decomprime il messaggio e lo rende intelligibile. Questa tecnologia rende inutile intercettare le chat attraverso i tradizionali canali delle compagnie telefoniche, perché i dati che vi transitano non possono essere decifrati [3]. Il problema è dunque analogo a quello che si pone di fronte alle conversazioni via Skype, che nella prassi investigativa viene ovviato mediante l’installazione nell’apparecchio di un programma spia capace di captare le conversazioni prima che siano cifrate dal mittente o dopo che sono state decifrate dal destinatario [4]. Invece, di fronte all’uso della tecnologia pin to pin, diffuso tra le organizzazioni criminali per celare i contenuti delle conversazioni degli associati, gli organi inquirenti hanno scelto la strada che prevede la collaborazione della casa madre per captare e decifrare i messaggi, dando però adito ad una serie di osservazioni critiche, che si analizzeranno nei prossimi paragrafi. LE PROCEDURE POSTE IN ATTO PER ACQUISIRE LE CHAT TRA BLACKBERRY Come si accennava, alcune procure distrettuali antimafia, trovandosi di fronte all’esigenza di intercettare presunti criminali che comunicavano tra loro sfruttando la tecnologia pin to pin mediante dispositivi Blackberry, hanno chiesto ed ottenuto collaborazione dalla casa madre dei predetti apparecchi telefonici. In particolare, da quel che è dato apprendere dalla lettura del provvedimento in commento e dagli altri sopra citati (cfr. supra, nota 1), nonché da alcune ordinanze di merito [5], gli inquirenti hanno chiesto alla RIM Italia s.r.l., società che rappresenta la casa madre canadese in Italia dal punto di vista commerciale, di ottenere i testi decifrati [continua..]

» Per l'intero contenuto effettuare il login

inizio