argomento: de jure condendo

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di Marilena Colamussi

In data 9 agosto 2022 risulta assegnato alla Commissione Giustizia della Camera l’Atto del Governo n. 414 dal titolo: “Schema di decreto legislativo recante attuazione della legge 27 settembre 2021, n. 134, recante delega al Governo per l'efficienza del processo penale nonché in materia di giustizia riparativa e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari”.

L’esame dell’articolato è appena iniziato e dovrà essere completato entro l’8 ottobre 2022, con la formulazione di un parere non vincolante.

Lo schema normativo, di ampia portata, si compone di novantanove articoli che incidono in modo significato sul codice penale, sul codice di procedura penale e su talune leggi complementari ai due codici.

La riforma nella sua globalità si propone di recuperare gli standard minimi di efficienza del processo e della giustizia penale, così da garantire gli obiettivi del P.N.R.R., in base ai quali bisognerebbe ridurre del 25% la durata media del processo penale nei tre gradi di giudizio entro il 2026.

In tale prospettiva l’intervento sul codice penale è concentrato sulla rivisitazione del sistema sanzionatorio. Quanto, invece, al codice di rito, la riforma investe tutte le fasi del procedimento, dalle indagini preliminari al dibattimento, ai riti alternativi e al sistema delle impugnazioni, senza trascurare l’esecuzione, con significative novità che spaziano dalla digitalizzazione degli atti all’introduzione del fascicolo informatico;  dalle notificazioni al processo in absentia.

Sulla scia della “Direttiva in materia di diritti, assistenza e protezione delle vittime di reato” (2012/29/UE), nonché della “Dichiarazione di Venezia” adottata dalla Conferenza dei Ministri della Giustizia del Consiglio d’Europa il 13 dicembre 2021, il paradigma della giustizia riparativa fa il suo ingresso ufficiale nel sistema processuale con una disciplina organica e dettagliata divenuta oramai improcrastinabile.