Processo Penale e GiustiziaISSN 2039-4527
G. Giappichelli Editore

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Corte europea dei diritti dell´uomo (di Giorgio Crepaldi)


Corte e.d.u., 18 marzo 2021, Petrella c. Italia (Equo processo e ragionevole durata: la prescrizione ed i diritti della persona offesa) Nella decisione in commento, la Corte sanziona lo Stato italiano a fronte di un “malcostume” tutto nostrano: l’interminabile durata del processo ed il diniego di diritti alla persona offesa dal reato. Nel mese di luglio del 2001, il quotidiano “Corriere di Caserta” pubblicava a caratteri cubitali un articolo dal titolo «Buco dei mille miliardi firmato Petrella & C.» con annessa immagine del ricorrente, Dott. Petrella, all’epoca dei fatti presidente della società calcistica Casertana. Proseguiva l’articolo sentenziando che «L’Amministrazione Sanitaria Locale e la Regione dissanguarono il bilancio in sei anni. Nove zeri per gli onorari del presidente della Casertana, Petrella, mentre il pretore era [X], numero due della società, che fece eseguire 6.066 pignoramenti, arricchendo così i suoi amici avvocati. (...). Sei anni di sanguinamento dal bilancio della sanità pubblica da parte di magistrati e avvocati (per fortuna Petrella e [X], oggi presidente e vicepresidente della Casertana), [che] avranno ripercussioni per decenni» [«L’admini­stration sanitaire locale et la région saignées à blanc en six ans. Chiffres à neuf zéros pour les honoraires du président de la Casertana, Petrella, alors que le juge était [X], numéro deux de la société, qui a fait exécuter 6 066 saisies-arrêts, enrichissant ainsi ses amis avocats. (...). Six ans de saignées dans le budget de la santé publique pratiquées par des juges et des avocats (comme par hasard Petrella et [X], aujourd’hui président et vice-président de la Casertana), [qui] auront des répercussions pendant des décennies»] (§ 5). Nei giorni successivi, la testata giornalistica incalzava pubblicando articoli dal medesimo contenuto che riprendevano la vicenda. Il ricorrente, ritenendo lese la propria reputazione e la propria immagine, sporgeva querela per diffamazione aggravata commessa con il mezzo della stampa nel mese di luglio 2001. Nella propria doglianza, la persona offesa dava preventivamente conto di riservarsi la costituzione di parte civile nel processo penale, anticipando già una richiesta risarcitoria di 10 miliardi di lire (oggi 5 milioni di euro). Il querelante, altresì, manifestava la volontà di essere informato circa un’eventuale richiesta di archiviazione del procedimento stesso, riservandosi la conseguente opposizione. Il 10 settembre 2001, il procedimento veniva trasmesso alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Salerno, competente per territorio. Il 9 novembre 2006 il Pubblico Ministero richiedeva l’archiviazione del procedimento a causa del [continua..]

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Fascicolo 4 - 2021