Processo Penale e GiustiziaISSN 2039-4527
G. Giappichelli Editore

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Indagini preliminari e intelligenza artificiale: efficienza e rischi per i diritti fondamentali (di Michele Pisati, Dottorando di ricerca in Diritto processuale penale – Università Cattolica del Sacro Cuore)


Il ricorso alle tecnologie di intelligenza artificiale nelle indagini preliminari consente maggiore efficienza e celerità nell’attività di analisi di grandi masse di informazioni. Al contempo rivela rischi non trascurabili per le garanzie fon­damentali dell’accusato. È muovendo anche da questo assunto che la Commissione europea, in un documento del febbraio 2020 (“Libro bianco sull’intelligenza artificiale”), ha sollecitato la comunità, anche scientifica, al dibattito. La presente analisi intende fornire alcuni spunti di riflessione sulle implicazioni sistematiche del­l’im­pie­go di tali strumenti nelle indagini preliminari, con particolare riferimento al diritto di difesa e alla data protection.

Artificial intelligence and criminal investigations: efficiency and risks for fundamental rights

Criminal investigations benefit from AI applications, especially in terms of efficiency; though, various risks are related to the use of AI in law enforcement activity. Thus, the European Commission delivered a White Paper, in February 2020, launching a broad consultation on AI. The following analysis underlines some key issues about the use of AI in criminal investigations, addressing notably the fundamental rights of defence and data protection.

Premessa Lo svolgimento di compiti di tradizionale spettanza umana da parte di macchine, che emulano capacità cognitive e operano mediante algoritmi senza la costante guida dell’uomo, è ormai parte integrante della realtà quotidiana. Non può sfuggire la varietà di applicazioni pratiche delle tecnologie di intelligenza artificiale in tutti i settori della società, pubblici e privati, financo domestici. Era dunque facile prevederne l’approdo nelle attività di prevenzione e perseguimento dei reati (cd. criminal law enforcement); ed è ragionevole attendersi un incremento degli utilizzi e un miglioramento delle potenzialità dei sistemi d’intelligenza artificiale nel settore de quo, alla luce dell’at­ten­zio­ne e degli investimenti a essi dedicati dagli attori pubblici e delle riflessioni di operatori e studiosi del diritto [1]. A sottolineare l’attualità del tema per la giustizia penale, nonché la necessità di fare il punto su alcune questioni problematiche, è stata, da ultimo, la Commissione europea, con la pubblicazione del “Libro bianco sull’intelligenza artificiale” [2]. La domanda di efficienza, a cui risponde l’automatizzazione di alcune attività di law enforcement, non deve infatti far sottovalutare le inedite preoccupazioni che si correlano all’utilizzo di strumenti il cui funzionamento non è sufficientemente approfondito dal punto di vista teorico – basti considerare l’assenza di una definizione univoca di “intelligenza artificiale” [3] –, né in tutte le sue variegate e imprevedibili declinazioni operative. In particolare, è l’ambito delle indagini preliminari a rappresentare il principale banco di prova delle implicazioni dell’intelligenza artificiale sulla tenuta delle categorie fondamentali del procedimento penale di stampo accusatorio. Non è fuor d’opera ricordare, d’altronde, che le applicazioni dell’intelligenza artificiale nell’attività giurisdizionale penale, le quali destano fondate perplessità, non sono, allo stato, riscontrabili nella prassi giudiziaria domestica [4], mentre proliferano gli strumenti tecnologici di assistenza all’attività investigativa e di predictive policing. A quest’ultimo riguardo, l’orizzonte in cui si colloca l’impiego di software che prevedono le aree geografiche o i soggetti a rischio di criminalizzazione (o di vittimizzazione) è quello dell’attività amministrativa di ispezione o vigilanza, prima facie estranea alle garanzie processuali. Ma è facile intuire che l’intensificazione dei controlli di polizia che ne consegue può condurre tanto alla prevenzione dei reati quanto all’acquisizione di notizie di reati già commessi. [continua..]

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