Processo Penale e GiustiziaISSN 2039-4527
G. Giappichelli Editore

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Rassegna bibliografica (di Alessandra Sanna)


AA.VV., Lo statuto ancora incerto della confisca. Fisionomia, modelli, disciplina, a cura di E. N. La Rocca, Wolters Kluwer-Cedam, Milano-Padova, 2022, pp. 1-325

L’interesse legislativo nei confronti della confisca, accentuatosi nel corso dell’ultimo lustro, ha provocato una moltiplicazione tipologica dell’istituto, unita ad uno speculare indebolimento dogmatico, favorito da discutibili orientamenti della giurisprudenza sovranazionale.

Alla radice del fenomeno la centralità riconosciuta anche sul piano sovranazionale per la lotta all’accumulo di patrimoni illeciti, cui conseguono mutamenti nei capisaldi del sistema penale e ripercussioni sulle garanzie processuali. Così, le più recenti prese di posizione della giurisprudenza, interna ed europea, conducono ad approdi dissonanti con i valori fondamentali.

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In questo panorama, la figura della confisca senza condanna costituisce senz’altro l’emblema del rovesciamento dei tradizionali paradigmi, condotto sull’onda delle istanze efficientiste avvallate dalla Corte dei diritti umani e promosse dall’Unione europea. I giudici di Strasburgo hanno, infatti, abbandonato un consolidato assetto interpretativo per dettare coordinate nuove, così alimentando un quadro di incertezza. La Grande Camera è giunta in particolare a promuovere l’ipotesi della misura ablatoria disposta a seguito di una sentenza di proscioglimento per prescrizione. A legittimare il provvedimento sarebbe sufficiente un primo giudizio che accerti profili di responsabilità, pur non sfociando in una pronuncia di condanna. Nel cedere ad una logica di compromesso l’Alta Corte ammette che una misura di natura penale possa essere disposta in assenza di una decisione che accerti definitivamente la colpevolezza del prevenuto in dispregio al canone nullum crimen sine culpa. È il timore di un affievolimento delle garanzie in materia ad innervare l’intero volume, nella convinzione che mai gli obiettivi di politica criminale possano coltivarsi a discapito dei fondamenti del sistema. I profili più delicati nascono dalla circostanza che le poche disposizioni normative dedicate alle diverse figure di confisca non si occupano affatto di disciplinarne presupposti e procedure, ovvero vi provvedono discostandosi dai parametri costituzionali e convenzionali. Di qui una diffusa incertezza generata in primis dai dissensi interpretativi circa la natura penale o non delle molteplici sottospecie di confisca, in vista della necessaria operatività di specifiche forme procedimentali a tutela delle garanzie sovraordinate. La descritta prospettiva di indagine accomuna tutti i contributi del volume, che si articola in due parti, dedicate l’una ai modelli di confisca inquadrabili tra le misure di sicurezza, l’altra alla misura ablativa di prevenzione o antimafia. Gli studi contenuti nella prima parte sono dedicati all’analisi delle tappe che hanno condotto a nuove concezioni di condanna e di accertamento, sulla scorta di un predominio della sostanza sulla forma. Si tratta di un fenomeno di matrice europea, noto ad altri ordinamenti continentali, in particolare tedesco e spagnolo, alla cui analisi sono dedicati altrettanti capitoli. La tensione fra il polo liberale delle garanzie e il polo autoritario del contrasto alla criminalità emerge anche nello statuto delle misure di prevenzione, continuando ad alimentare i consueti dubbi di illegittimità costituzionale. Malgrado il suo carattere afflittivo, l’asserita natura non penale ma ripristinatoria, costituisce la premessa di costruzioni opinabili, che si traducono in una soccombenza delle garanzie individuali a favore dello scopo ablatorio perseguito dall’autorità. Stando alla Corte [continua..]

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Fascicolo 1 - 2023