Processo Penale e GiustiziaISSN 2039-4527
G. Giappichelli Editore

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Novità sovranazionali (di Carlotta de Luca)


Addendum al Secondo Rapporto di conformità del GRECO relativo alla valutazione dello stato di attuazione in Italia delle raccomandazioni in materia di prevenzione della corruzione di parlamentari e magistrati

È stato recentemente pubblicato l’addendum al Secondo Rapporto di conformità riguardante l’Italia, adottato il 17 giugno 2022, in occasione della novantunesima riunione plenaria del GRECO (acronimo di Group d’États contre la corruption), l’organismo anticorruzione del Consiglio d’Europa, istituito nel 1999 e avente sede a Strasburgo. Il documento, che si pone a completamento del Secondo Rapporto di conformità del marzo 2021, offre una panoramica sullo stato di attuazione, in Italia, delle raccomandazioni rivolte alle autorità nazionali nell’ambito del Rapporto del quarto ciclo di valutazione, risalente a ottobre 2016 e interamente dedicato alla prevenzione del fenomeno corruttivo che coinvolge parlamentari, giudici e pubblici ministeri.

segue

Il giudizio conclusivo in merito all’adeguatezza delle soluzioni intraprese dall’Italia rispetto agli standard anticorruttivi fissati a livello sovranazionale è, lo si anticipa, complessivamente negativo, specialmente per quanto attiene alle raccomandazioni riferite alla categoria di deputati e senatori. Dall’analisi delle informazioni integrative, trasmesse dalle autorità italiane e acquisite dal GRECO ad aprile 2022, non risulta infatti che siano stati compiuti significativi passi avanti rispetto alla situazione fotografata nel Secondo Rapporto di conformità, da cui era emerso che soltanto cinque delle dodici raccomandazioni formulate all’interno del Rapporto del 2016 fossero da ritenersi pienamente rispettate. Si registra, invero, un arretramento poiché, con riguardo a due raccomandazioni inizialmente considerate attuate, benché parzialmente, la valutazione desumibile dal documento aggiuntivo è, al contrario, nel senso della non attuazione, in ragione della prolungata inerzia legislativa per oltre un anno. Più in dettaglio, l’addendum si sofferma sulle (sette) raccomandazioni rimaste in parte o del tutto inattuate riportando, in sintesi, le informazioni di aggiornamento fornite dalle autorità italiane, per poi motivare la valutazione di (non) conformità operata per ciascuna di esse. Un primo gruppo di raccomandazioni (nn. 1-6) concerne la prevenzione della corruzione dei parlamentari, mentre un secondo gruppo, che si riduce a una sola raccomandazione (n. 10), prende in considerazione il medesimo fenomeno, ma in relazione ai soggetti appartenenti alla magistratura. Cominciando dal dato più sconfortante, si rileva che le raccomandazioni per le quali è mutato, in senso sfavorevole, l’esito della procedura di conformità svolta nei confronti dell’Italia promuovono, rispettivamente, l’adozione di norme chiare ed effettivamente applicabili in materia di conflitto di interesse dei parlamentari, attraverso la creazione di un sistema di ineleggibilità e incompatibilità (n. 2), e il rafforzamento delle norme applicabili ai rapporti di questi ultimi con i rappresentanti di interessi, i c.d. “lobbisti” (n. 5). Con riferimento alla prima categoria, si dà atto della situazione di stallo in cui versa la proposta di legge, presentata il 15 marzo 2013, intesa a modificare la legge 20 luglio 2004, n. 215, contenente «norme in materia di risoluzione dei conflitti d’interesse», e in particolare l’art. 2, rubricato «incompatibilità». Quanto alla seconda, le autorità italiane riferiscono la recente approvazione di un disegno di legge, attualmente in corso di esame in Commissione (v. atto Senato n. 2495), che detta una puntuale disciplina in ordine alle «attività di relazioni istituzionali per la rappresentanza di interessi». Tra le [continua..]

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Fascicolo 1 - 2023